Informazione e politica
- 22/03/12
"La responsabilità dei media nella partecipazione (o nel disincanto) dei cittadini alla vita politica. Le risorse della società civile”.
Un tema di un’attualità quasi bruciante quello affrontato sabato 12 dicembre, all’Aula Magna degli Artigianelli, dalla giornalista calabrese Patrizia Labate con Fabrizio Franchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige. Un’occasione di speranza da cui emergeva un giornalismo coraggioso, amante della verità, appassionato del bene comune, che paga di persona, che non mira ad un risultato immediato ma sa perseverare nella ricerca della verità, che contribuisce a risanare il tessuto sociale.
E’ emerso, tra l’altro, un volto della Calabria già noto peraltro in Trentino, quello degli operatori, a volte silenziosi ma sempre grandi tessitori, del bene comune.
Partecipato il dialogo con i presenti, da cui è emerso l’interesse e la necessità di continuare a confrontarsi sul tema, approfondendo in particolare l’aspetto che riguarda informazione e cittadinanza, anche in una città come Trento.
L’incontro era stato preceduto la serata precedente da una vivace e seria riflessione tra un gruppo di operatori dell’informazione (tv, radio, quotidiani, settimanale) di Trento. Uno scambio profondo, un’occasione rara per confrontarsi fra colleghi ed andare in profondità nelle comuni problematiche in un clima di ascolto reciproco e scambio vero e sincero. L’incontro, senza volerlo, sembrava in qualche modo rispondere al forte appello di Benedetto XVI di quattro giorni prima, in cui tra l’altro aveva affermato come ogni giorno “attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci… il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono…”, definendolo “meccanismo perverso” e sottolineando senza mezzi termini che “ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto”.
Partendo dalla coraggiosa testimonianza di Patrizia Labate, i giornalisti presenti si sono sentiti toccare corde profonde relative alla propria professione, comunicando esperienze proprie, attese, propositi.
Lasciamo a Fabio Pipinato, direttore di Unimondo, farne sintesi: “L'incontro con la giornalista calabrese è stato interessante in quanto, paradossalmente, abbiamo conosciuto una collega capace ancora di "fare indagini". Il giornalismo, infatti, sempre più fatto da copia/incolla e da notizie d'agenzia necessita di queste figure che abbiano capacità d’andare alla ricerca. Ciò non significa affatto che il grande pubblico venga a conoscenza. Tutt'altro. Significa però che venga consegnata alla storia l’altra visione della "verità" raccolta da alcuni. E questo ci consola”.
Chiara Lubich
Nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli.
La madre è fervente cattolica, il padre socialista.
Nell’imperversare della seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta: Dio che è Amore. La sua vita si trasforma. Lo sceglie come unico Ideale.
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Trento, nella sua storia, si è più volte candidata città del dialogo ecumenico e civile. Proprio qui vede la luce l’ideale dell’unità di Chiara Lubich che, da quasi 70 anni, sprona milioni di persone nei cinque continenti a viverlo in prima persona e a costruire brani di fraternità sempre più ampi...
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