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Sei giovani trentini si sono rimboccati le maniche

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Sì, il lavoro era arduo, ma le nostre motivazioni erano tali da non farne sentire il peso… Siamo stati ripagati con più di quanto abbiamo dato!”, così Alberto. Ed Elena:  “…Ho capito attraverso quest’esperienza che ho tantissimo da dare: dalla forza fisica a quella interiore”. Un fuoco di fila d’impressioni, incontri, scoperte.

I 6 giovani trentini, tra i 18 e i 21 anni, appena ritornati da Praga, hanno molto da raccontare. Si chiamano Elena Bernardi, Alberto de Gennaro, Daniele Cappelletti, Lorenzo Buzzi, Michele Lunari, Daniele Tonezzer.

Nella capitale ceca, dopo l’alluvione, urge il lavoro di sgombero nell’intento di precedere l’arrivo delle piogge autunnali. I 6 giovani hanno spesso diversi giorni dediti all’opera di sgombero e smantellamento di intonaci, piastrelle, pavimenti, ecc., in due luoghi sintomatici: un centro diurno per handicappati e un edificio di case popolari, nella periferia della città.

“In una situazione di lavoro duro, come quella che abbiamo vissuto, si abbattono le barriere fra i popoli.Si condivide tutto e si fa subito amicizia, le persone si sentono più unite e solidali…”, commenta Daniele. E Alberto: “L’ospitalità è la cosa che ci ha colpito di più. E anche la gentilezza delle persone, eccezionali! Vedono questi aiuti come qualcosa di importantissimo per loro, li accolgono con sorpresa e cercano di ringraziarti come possono. Erano meravigliati che dall’Italia ci fossimo recati proprio da loro…”.

Anche le Istituzioni hanno voluto ringraziare ufficialmente i giovani trentini e raccogliere le loro impressioni durante una cena.

“Questi scambi che abbiamo vissuti erano immediati– aggiunge ancora Elena -.Era una sorta di aiuto circolare, reciproco: ciò che noi cercavamo di dare ritornava sempre. Non eravamo noi quelli che aiutavamo loro, ma erano loro che aiutavano noi ad allontanarci dai problemi stupidi che abbiamo qui nella vita di tutti i giorni, e anche dalla troppo ricchezza nella quale viviamo. Ora che abbiamo capito le loro necessità, troveremo il modo di continuare a lavorare per loro da Trento”