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Le ragioni politiche del dialogo

Venerdì 22 febbraio, nella sala del Municipio di Trento, ha avuto luogo una serata per dire la necessità e l’urgenza del dialogo, meglio, le “ragioni politiche del dialogo”. Il suo svolgimento ha dimostrato l’esistenza di un gruppo folto e trasversale di politici, di amministratori e di cittadini, che in esso ci credono. Parlare del dialogo politico all’inizio della campagna elettorale italiana, in seguito agli scontri dentro e fuori il Parlamento, come ha spiegato introducendo Ilaria Pedrini, era una sfida. Ma si è posta una premessa decisiva.

La serata, promossa dal Movimento politico per l’unità e da Netone, ha preso le mosse dalla figura di Igino Giordani, che dall’Assemblea Costituente in poi non si è stancato di cercare il dialogo, prima sui banchi di Montecitorio e poi aprendo le colonne dei suoi giornali a rivali di opposto schieramento ideologico. La figura di Igino Giordani, parlamentare democristiano e scrittore, giornalista e co-fondatore del Movimento dei Focolari, assieme a Chiara Lubich, è stato presentato da Alberto Lo Presti, docente universitario chi da anni studia il suo pensiero politico. A Trento ha documentato come è stato possibile per Giordani vivere la politica con questa dimensione: “Il dialogo per lui non era una tecnica di negoziazione o di sociologia ma derivava dalla scelta antropologica di fondo a favore dell’altro uomo come immagine di Dio”. Il dialogo “alla Giordani” abbatte pregiudizi, costruisce la famiglia umana, fa circolare ’amore fra i popoli. Non era il buon Giordani, un integralista aperto; era un cristiano tutto d’un pezzo, innamorato di Dio, che avvertiva la fatica della mediazione, della pazienza, che rischiava di perdere del proprio – e delle volte ha perso proprio tanto - pur di allargare un consenso: “Una legge che produce lacerazioni sociali – arrivò a dire – non è una legge giusta”.

Le reazioni e l’impegno dei presenti sono state chiari. Primo a prendere la parola il Sindaco Pacher: “Sappiamo che un reale dialogo – ha riconosciuto – non ha oggi cittadinanza nei media, non fa audience, non vende, non buca il video”, senza però desistere, anzi, dall’impegno personale nel tesserlo di continuo. Il microfono è passato per molte mani. Politici di diverso e contrapposto schieramento, giovani, cittadini; senatori, amministratori provinciali e comunali, cittadini di associazioni che hanno portato la voce della società civile.
Certo, si sarebbero ascoltati volentieri anche altri tra i presenti, ma il tempo è sempre tiranno. E comunque la volontà e la possibilità di riscatto della politica ha contagiato di speranza i molti presenti.

audio e documenti

 



Chiara Lubich

Nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli.
La madre è fervente cattolica, il padre socialista.
Nell’imperversare della seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta: Dio che è Amore. La sua vita si trasforma. Lo sceglie come unico Ideale. 

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Centro Chiara Lubich 
Movimento dei Focolari

 

 

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