9 giugno - Trentina dell'anno
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Chiara nel corso della sua visita passeggia per Trento e stringe mani, conversa con giovani e anziani. È un segno della popolarità di Chiara, ma anche della sua “trentinità”, che riemerge in ogni momento, nelle più diverse situazioni.
C’è l’incontro col popolo, nella visita di Chiara. Ma c’è anche il rendez-vous con la società più in vista: imprenditori, intellettuali, artisti, militari...
Sul soffitto della sala dell’Aurora di Palazzo Trentini, uno dei più eleganti della città, è rappresentato il Ratto di Aurora. Che proprio qui avvenga la consegna del premio “Trentino dell’anno” a Chiara Lubich appare una felice coincidenza, perché gli abitanti della regione sono proprio come i membri della famiglia Trentini dell’affresco.
Il premio, conferito dal gruppo culturale Uomo - Città - Territorio (Uct), come spiega il prof. Sergio Bernardi, direttore dell’omonima rivista, «è memoria, segno e testimonianza di persone significative, attente alla crescita morale e civile della realtà. All’unanimità Chiara Lubich ci sembra corrispondere a questo profilo, lei che è capace di dare un senso e uno spessore pieno alla vita».
In risposta, la premiata traccia un profilo alto dei concittadini, «gente che si distingue per serietà, impegno, viva intelligenza, generosità e tante altre virtù». Poi rilancia anche qui la sua sfida: «Trento già ha tanto, se non tutto di ciò che può desiderare una città moderna: un popolo coeso, e le strutture civili e religiose necessarie alla sua vita. Forse le si potrebbe offrire qualcosa per renderla più bella ancora, più viva, più ospitale, più una, più modello di convivenza anche per quanti la visitano: un supplemento d’anima».
Intervista rilasciata dal prof. Mario Cristofolini, celebre dermatologo, collaboratore attivo dell’Oms e presidente del Consiglio provinciale, per la rivista “Città Nuova”.
La fraternità è un tema trentino per eccellenza?
«In autunno ho partecipato a un convegno sul volontariato a cui erano iscritte ben tremila associazioni. Il Trentino è la zona italiana che percentualmente ha il maggior numero di volontari. Manca, tuttavia, la volontà di aprirsi di più. E in questo Chiara Lubich ci può certamente aiutare a spingere in avanti. Esistono delle sacche di egoismo che vanno eliminate, ad esempio nel rifiuto talvolta dello straniero. E poi il Trentino non deve avere paura di impegnarsi in progetti grandi».
Giusto il premio per Chiara Lubich?
«Giustissimo. Questa donna, partita dal piccolo Trentino, ha inondato il mondo, ed è un simbolo di quel coraggio che i trentini dovrebbero avere, superando quel respet, come diciamo da queste parti, quel pudore che limita il coraggio. E ciò vale al di là della connotazione religiosa di Chiara Lubich, che non è chiusa come spesso accade. Chiara supera il settarismo».
Documenti
La rinascita materiale e spirituale
il saluto introduttivo del presidente del Consiglio provinciale Mario Cristofolini
La Trentina dell'anno
il discorso del direttore di Uomo, città, territorio Sergio Bernardi
Trento è stata ed è la mia città
il discorso di ringraziamento di Chiara Lubich