«Nel cuore del Vangelo, con Chiara»

L'Adige

«Conoscere la spiritualità di Chiara mi ha salvato la vita. Era il 1975».

Il cardinale thailandese Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij , arcivescovo di Bangkok, è il moderatore del gruppo di cardinali e vescovi amici del Movimento dei Focolari; un gruppo nato nel 1976. È anche il coordinatore del convegno internazionale in programma oggi e domani al Centro Mariapoli di Cadine.

Cardinale Francis, dov' era nel 1975?
«A Roma, in seminario. E non ero più convinto di farmi prete».

Perché?
«Avevo studiato tanto...e quando si studia tanto, sorgono i dubbi. Ero sul punto di lasciare».

Poi?
«Un mio amico veniva a Roma, ogni tanto, e ci trovavamo a discutere del più e del meno. Lui stava in seminario a Brescia. Vincenzo - così si chiama - aveva un entusiasmo straordinario. Nelle sue parole sentivo qualcosa di particolare».

Possiamo sapere chi è Vincenzo?

«Certo. Vincenzo Zani, oggi arcivescovo e Segretario della congregazione per l' educazione cattolica. E un giorno gli dissi: mi sa che non vado avanti».

E lui?
«Perché non vai in vacanza a Frascati per 6 mesi? Disse proprio così: in vacanza. Mi colpì moltissimo».

Perché a Frascati?
«A Frascati c' era la scuola sacerdotale e dei seminaristi che aderivano al Movimento dei Focolari».

E lei ci andò. Cosa scoprì?
«Che in quella scuola non si studiava il Vangelo. Si "viveva" il Vangelo. C' erano sacerdoti e seminaristi di tutto il mondo, e accoglievano pure quelli che avevano dei dubbi. Come me».

Lei, all' epoca, non aveva ancora sentito parlare di Chiara Lubich.
«All' inizio, quando parlavano di Chiara pensavo si riferissero a Chiara d' Assisi!».

Quale clima si respirava?
«A Frascati si viveva assieme. Si faceva tutto assieme. Si coltivava l' orto, ci si faceva da mangiare, si pulivano i locali. Tutto. Il pomeriggio avevamo due spazi per la meditazione, e cominciarono a mostrare i video di Chiara Lubich, dei compagni e delle compagne di Chiara. Finché un giorno arrivò quel video: "Dio ci ama immensamente", diceva Chiara, "ciascuno di noi". Dio mi ama immensamente, ripetei a me stesso. Quella frase mi toccò il cuore».

Fu la svolta?
«Quella sera piansi di gioia per tutta la durata della messa! Avevo studiato tanto ma non avevo imparato a conoscere Dio in quanto amore...».

E in quel momento capì.
«Da quel giorno cambiò tutto. Anche perché a Frascati si viveva proprio quell' esperienza d' amore. Erano bastate due settimane e tutti gli ostacoli erano spariti. Andai a parlare con il responsabile della scuola: forse Dio mi sta chiamando!, gli dissi. E lui: scrivi al tuo vescovo».


Lo fece?
«Qui ho scoperto che Dio è amore, gli scrissi, e quell' ultima frase che ricordo ancor oggi: anche se dovesse capitarmi un terribile incidente e dovessi rimanere paralizzato per tutta la vita, io sarò felice perché Dio mi ama immensamente».

Mette i brividi.
«Non so perché lo scrissi. Venne dal cuore. E dopo 6 mesi tornai a Bangkok, il vescovo capì che ero pronto e l' anno dopo venni ordinato sacerdote. Era il 1976, avevo 27 anni».

Cardinale Francis, le capitò d' incontrare Chiara Lubich?
«Certo, la prima volta nel 1975 e poi varie altre volte. Alla fine degli anni Novanta Chiara venne in Thailandia. Traducevo per lei. Chiara andava nei monasteri buddisti, in Asia instaurava e coltivava preziosissimi contatti interreligiosi. Ebbe un' udienza con il portavoce supremo del buddismo».

Cosa la colpì di questa donna straordinaria?
«La sua spiritualità la sento ancora dentro. Mi aiuta. Chiara ci ha portato nel cuore del Vangelo. Il suo carisma era un dono di Dio e lo ha sparso nel mondo con la sua vita».

Due giorni fa, cardinale Francis, eravate in Vaticano dal Papa.
«Io e quattro vescovi, un' udienza privata prima del convegno che inizia domani (oggi, ndr). Papa Francesco sapeva del convegno e ha preparato un messaggio, che leggeremo».