«Il messaggio di Chiara una provocazione per la politica di oggi»

Trentino

Il volto sorridente di Chiara Lubich si affaccia dai cartelloni che annunciano il centenario della nascita. "Sogno un mondo unito nella varietà delle genti", recita il motto (una citazione della stessa Lubich) scelto per questo evento dal Movimento dei focolari. Parole che stridono profondamente con l' Italia e il Trentino di oggi, più arroccato sulle paure (cavalcate e alimentate da una certa politica) che aperto ad un mondo in continua evoluzione. Pediatra, deputata per due legislature, un impegno in prima linea nel Movimento dei focolari, dove ha svolto vari incarichi. Oggi, seguendo l' impronta di Chiara Lubich, Lucia Fronza Crepaz si occupa di formazione politica per i giovani. Ed è impegnata nel comitato che si occupa dell' organizzazione degli eventi per il centenario della nascita della fondatrice del Movimento. Il momento clou sarà oggi pomeriggio, con la visita del presidente della Repubblica. Lucia Fronza Crepaz, qual è il senso della presenza del presidente della Repubblica? Il senso è quello della più alta carica dello Stato che riconosce la figura di Chiara come importante nello sviluppo della storia del Paese. Mattarella, quando lo abbiamo invitato, ci ha detto che venire a Trento per il centenario, ha il significato di sottolineare quello che il nostro Paese deve portare avanti: cioè la capacità di essere un Paese solidale, un Paese che sviluppa la sua storia e i valori che sono dentro la Costituzione. Quindi una convergenza di valori fra il messaggio di Chiara Lubich e la Costituzione? È corretto, perché dentro la Costituzione i valori sono molto chiari, soprattutto nella prima parte, quella che sostiene tutta la Carta. Libertà, uguaglianza, solidarietà, fraternità, il no alla guerra, responsabilità verso la società, soggettività dei cittadini: sono tutti principi che trovano spazio anche nel messaggio di Chiara. I cartelloni che in città annunciano il centenario trasmettono messaggi che sembrano lontani rispetto alla realtà di oggi. Messaggi di apertura alle culture del mondo, mentre molti stanno sbattendo le porte. L' unità della famiglia umana sta dentro il disegno dell' umanità. Chiara ci ha insegnato a guardare in faccia i problemi, ma anche a sottolineare tutto il positivo che si sta sviluppando: collegare persone, genti e culture lontane. Pensiamo ad Erasmus, al dialogo fra le religione, fra le chiese cristiane, il dialogo culturale, le migrazioni, l' Europa, l' unione africana. Un tempo, quando i cristiani pensavano ai musulmani, si immaginavano Saladino con la scimitarra: oggi i musulmani sono nostri vicini di casa e non li riconosciamo come un pericolo. L' afflato relazionale sta dentro ogni persona. L' umanità sta andando verso l' unità, che è un cammino inarrestabile. Una visione positiva, ma lei sembra negare l' evidenza... Io mi occupo di formazione politica e vedo nei giovani la capacità di immaginarsi il futuro, una democrazia più partecipata. La crisi mi pare più dentro le istituzioni che nei cittadini. Non è che non voglio rispondere alla domanda, ma mi sembra che nella fluidità di questa crisi istituzionale ci sia spazio per costruire il nuovo: l' umanità, me lo ha insegnato Chiara, non può non andare verso l' unità della famiglia umana. È questo l' atteggiamento giusto. È chiaro che siamo in crisi, ma che le istituzioni siano in crisi in un "cambiamento d' epoca" (per citare papa Francesco) diventa una cosa positiva perché c' è spazio per costruire il nuovo. La crisi lascia spazio per nuovi modelli, modelli non di government ma di governance. Vedo spazi democratici che si aprono. Cioè lei legge la crisi odierna in senso etimologico, come momento di discernimento. È così. Uno spazio per costruire il nuovo, io vedo spazi democratici che si aprono con novità procedurali. Chiara mi ha insegnato a dire: se questo è il tuo tempo, ama il tuo tempo e cerca di vedere quali sono le chances positive per agire. Il centenario è l' occasione per dire che non ci sono situazioni insolubili, non c' è mai lo stop al dialogo, non c' è mai l' impossibilità di tirare fuori il positivo. Tagli alla cooperazione internazionale, smantellamento del Cinformi, tagli ai posti per i rifugiati, un presidente della Provincia che si compiace per aver allontanato i richiedenti asilo africani volontari nelle case di riposo. Questo è il governo del Trentino di oggi. Questo è il governo che sarà rappresentato al centenario di Chiara Lubich. Questa presenza è una cosa positiva. Perché qui tutti insieme ascolteremo questa provocazione all' unità, cioè a dire: è possibile rimetterci tutti insieme a camminare per un Trentino rispondente alla sua vocazione di terra di mezzo. Ma il Trentino è anche quello che di fronte alla difficoltà della scuola di italiano per migranti che si interrompono, mette insieme le forze di volontariato per continuare i corsi. Io vedo una possibilità: fino ad oggi abbiamo avuto un' istituzione che rispondeva a tutto e forse ci siamo seduti su questo. Ricominciano da capo e fondiamo una nuova alleanza, diversa, fra volontariato e istituzioni. L' importante è continuare a camminare. Qui, domani, (oggi per chi legge ndr) avremo la giunta di centrosinistra del Comune e quella di centrodestra della Provincia che insieme ascolteranno la provocazione all' unità, alla fratellanza universale di Chiara Lubich: questa è la sfida del centenario.